Spesso la tv ti regala anche belle emozioni.
Come stasera, quando sono rimasto incollato a Raiuno a sentire la lezione di Roberto Benigni sulla Costituzione. Parole interessanti, inframmezzate dalle immancabili battute, che hanno sicuramente intrattenuto milioni di italiani.
La cultura in prima serata, la Rai che torna a riprendersi quel ruolo educativo che non dovrebbe mai smettere di avere. E lui, un comico (detto con disprezzo da qualcuno) ma penso qualcosa di più. Un grande uomo di cultura che proprio grazie alla comicità riesce a spiegare con clamorosa facilità concetti e storie che molti nemmeno conoscono.
Perché la Costituzione non è un patrimonio: non la conoscono nemmeno i politici, figurarsi tanti cittadini.
La prima emozione, il brivido, quando ha parlato del momento della nostra storia dopo la caduta del fascismo: “C’era la guerra civile, fratelli contro fratelli. Rispetto. C’erano degli ideali, bisogna mettere pace nel cuore degli italiani. Non siamo uguali di fronte alla storia, ma siamo uguali di fronte alla morte”. Non vi nego che ho sentito qualcosa dentro.
Il resto è volato via velocemente, troppo velocemente.
Ho letto che qualcuno si è chiesto (immancabilmente, scuola Libero o Giornale) quanto abbia preso Benigni. Soldi pubblici, troppi soldi, per un comico, peraltro “di sinistra”. Argomentazioni sentite e risentite.
Tanti si sono sentiti indignati e offesi se a Benigni per parlare di Costituzione e cultura hanno dato tanti soldi? Ma davvero, uno fa uno spettacolo e non devono pagarlo? Però le partite, i calciatori, mica offendono. E quanti altri in Italia prendono soldi senza fare nulla di interessante e intelligente eppure nessuno si offende?
Credo che in un periodo di disimpegno e disillusione come questo, in tempi bui, chiunque porti cultura e una ventata di luce sulla gente sia sempre da difendere.
Benigni è una risorsa nazionale: spiegare la costituzione in tv e inchiodare milioni di italiani di cultura media (abituati ai Misseri, alle urla delle arene, ai Vespa e alla domenica di canale 5) è una cosa che non possono fare tutti. Farla bene è un’eccezione.
Sarebbe bello vedere sempre di più questo tipo di televisione, forse questa bistrattata Italia (in Sardegna, 1 ragazzo su 4 dopo la licenza media molla gli studi) potrebbe fare qualche passo avanti. La cultura e la conoscenza non sono mai un errore, non sono mai soldi spesi male.
Qualsiasi raggio di libertà e cultura è vita, è aria fresca, è speranza che il nostro paese non finisca travolto dal nulla.