Lista semiseria per riuscire a non farsi prendere dall’odio, dall’invidia e della depressione dello stare in una bella terra ma con mille problemi:
1) non farti mai troppe domande e non cercare mai troppe risposte;
2) non pensare che esista la politica per aiutarti a realizzare i sogni;
3) lascia la città, smettila di crederti finto-metropolitano (ma ndocazzovaiinuncittàdineanche200milaanime) e vai a vivere in un paesino tranquillo;
4) visita ogni angolo dell’isola, escludendo rigorosamente quelli conquistati dalle masse, dai turisti e scritti nelle guide ufficiali, e soprattutto fallo fuori stagione, apprezzando la scoperta e la solitudine;
5) capisci che funziona sempre male e al contrario, tutto è “tadinanta”, quindi fatti una ragione prima di incazzarti!
6) non aspettarti nessuna rivoluzione e cambiamento: il tempo scorre lento. Non c’è fretta. Nessuno ce lo fa fare. Noi siamo ancora a fine anni ’70;
7) viaggia spesso e lontano dall’Isola, per alimentare la nostalgia che solo noi conosciamo e per goderti la specialità di ogni rientro;
8) impara a parlare in lingua sarda senza vergogna, soprattutto con i tuoi conterranei;
9) studia la storia sarda (non abbiamo solo i nuraghi, malgrado la mia foto!);
10) salta rigorosamente le notizie di cronaca e politica isolana: obbligatorio per vivere bene;
11) supporta e tifa chiunque faccia qualcosa di utile e innovativo, malgrado ti stia sui coglioni e lo invidi perché non l’hai fatto tu (c’è tanta gente veramente in gamba ma nessuna la considera, ve ne siete mai accorti?);
12) datti un sonoro ceffone non appena ti sale l’invidia per qualcuno che ha raggiunto un successo (e tu no);
13) rispondi agli sguardi minacciosi con un sorriso disarmante;
14) goditi il mare a ottobre;
15) rifiuta ogni amico o conoscente che ti incontri e parli male d’altri (sai quanti…). Alimenta la maldicenza tipica isolana;
16) vai controcorrente eseguendo senza paura e ritegno le seguenti azioni pubbliche: ordinare, abbellire, pulire, specie gli esterni, sorridere, chiedere come stai, coinvolgere, partecipare, interessarsi, dar fiducia, mangiare sardo, investire in Sardegna, pensare positivo;
17) non essere troppo presuntuoso: tanto anche tu hai un parente che è entrato in una ASL a calci nel sedere, tanto anche tu hai votato un politico che ti vergogni solo a nominare;
18) ricordati che vivere in Sardegna è un lento avvicinarsi a miglior vita, un continuo castrare sogni e aspirazioni, quindi usa la tua più grande dose di filosofia esistenziale, la resilienza, la pazienza e vai avanti;
19) quando ti diranno “la Sardegna può vivere di turismo” oppure “viviamo in paradiso” (magari con foto) senza pensare ai mille problemi e al territorio sempre più violentato, tu sorridi e lascia perdere perché sai anche tu che non è così;
20) smettila di credere che questa sia casa tua e ci possa fare quel che vuoi. Ringrazia Dio o il destino di essere finito qui, ma ricordati che non per questo hai un diritto di sentirti padrone.
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